Contesto storico
Durante gli anni ‘20 si produrranno rivolte liberali sia in Italia che nello Stato Spagnolo. L’arrivo al potere dei liberali spagnoli nel Triennio (1820-1823) li renderà il modello da seguire per tutti gli altri liberali europei. La Costituzione di Cadice sarà il punto di riferimento, insieme all’ideale romantico del popolo unito contro l’invasore francese e la guerra delle guerriglie. L’Italia resta divisa in piccoli Regni e Stati.
Gli anni ‘30 iniziano in Italia con la sollevazione liberale del 1831, alla quale parteciperà Bubani e che gli costerà l’esilio.
In Spagna scoppia la Prima Guerra Carlista, guerra civile tra i seguaci dell’Antico Regime e i difensori del sistema liberale. Lo scenario principale sarà il Paese Basco, dove si stabilirà il pretendente al trono Don Carlos.
La diplomazia del Regno delle Due Sicilie e di quello di Sardegna, così come quella dello Stato Pontificio appoggerà la causa carlista. Ma è fuor di dubbio che la partecipazione degli italiani in questa guerra fu più importante nelle fila dei liberali, visto che in circa 500 presero parte al corpo della Legione Straniera Francese che si batté contro il carlismo.
Negli anni ‘40 in Italia inizia a farsi strada il fenomeno conosciuto come “Risorgimento”, che affianca alle idee progressiste il progetto di unificazione italiana.
Nel Paese basco si vivono le conseguenze della Guerra Carlista tra le quali bisogna menzionare il trasferimento delle dogane dall’Ebro al Bidasoa, misura contraria ai Fori che porterà all’integrazione dell’economia basca nel mercato spagnolo e aprirà le porte a una repentina industrializzazione.
Negli anni ‘60 Petit de Meurville sarà testimone dell’abbattimento delle mura di San Sebastian nel pieno del processo di espansione della capitale della Gipuzkoa. La rivoluzione del 1868 porterà a una fase di destabilizzazione politica che culminerà con lo scoppio della Seconda Guerra Carlista.
Nel mentre in Italia si concluderà il processo di unificazione con la conquista del Veneto all’Austria e quella di Roma al Papa. L’attacco allo Stato Pontificio fu da noi duramente criticato e servì anche a pretesto della sollevazione carlista.